Quando si parla di vino, la prima immagine che viene in mente, è una bottiglia, magari con una bella etichetta. Il buon vino non viene venduto solo così. Avete mai pensato ad una bella damigiana piena di buon vino, ad esempio del Roero?

Beh, forse è ora di iniziare a capire come il vino sfuso possa essere una valida alternativa a quello in bottiglia. Immaginate: tolto il tappo, il profumo inebria la vostra cantina e vi fa sentire quasi “produttori”.
Se volete vivere questa particolare situazione, prendete spunto da questo articolo.
Daniele e Walter Casetta, i titolari della cantina Franco Casetta, danno alcuni consigli su come conservare il vino sfuso del Roero. Dalla damigiana alla bottiglia o bottiglione: iniziamo insieme a scoprire come conservarlo…

PULIZIA ED IGIENE DELLA DAMIGIANA
La damigiana: un recipiente che, al di là della sua capacità in litri, è da sempre associato al vino sfuso. Ma perchè sia un contenitore ideale, bisogna seguire alcuni preziosi accorgimenti. Due concetti basilari per permettere al vino sfuso una conservazione adeguata. Dopo aver lavato e risciacquato più volte la damigiana con candeggina inodore (ipoclorito di sodio, due cucchiai per mezzo litro di acqua) e lasciata asciugare all’in giù almeno per un giorno, è pronta per essere riempita. Attenzione: mai cercare di “rivinare” prima di mettere vino, con acqua o aceto! Sono “usanze” che non dovrebbero esistere! Lo stesso procedimento di pulizia dev’essere applicato a bottiglie o altri tipi di contenitori.

CONSERVAZIONE IN DAMIGIANA
Dopo aver riempito la damigiana, nel vino è consigliabile inserire una “pastiglia anti-fioretta”: la paraffina di questa sostanza, derivante dalla molecola della senape (isosolfocianato di allile), permette la conservazione del liquido, disinfettando la camera d’aria che si forma tra il vino sfuso ed il tappo. L’olio di vasellina sul vino è un altro metodo, ma non viene consigliato: in fase di travaso è più difficile eliminarlo dalla superficie dello sfuso. L’uso di un tappo a tenuta stagna, un ambiente fresco ed asciutto, ed il buio, permettono la conservazione del vino in damigiana minimo per sei mesi. Non tenetela vicino a quella dell’aceto perchè nell’aria i batteri di quest’ultimo intaccherebbero il vino buono.
Evitate di tenere il vino sfuso in contenitori di plastica: travasare entro un giorno, perchè la camera d’aria che si forma all’interno fa ossidare il vino.
Ultimo accorgimento: non utilizzate damigiane dove c’è stato olio o aceto: il vino è vivo e ne prenderebbe come minimo l’odore.

DALLA DAMIGIANA ALLA BOTTIGLIA

Quando si decide di imbottigliare a casa il vino sfuso del Roero, il passaggio dalla damigiana alla bottiglia necessita di alcuni accorgimenti. La Cantina Franco Casetta consiglia di usare una gomma da travaso pulita prima con acqua calda e lasciata scolare. Durante il riempimento delle bottiglie bisogna assicurarsi che siano asciutte. Al termine dell’operazione se nella damigiana trovare il classico “residuo di fondo”, non preoccupatevi: è segno che il vino sfuso che avete acquistato è genuino e puro!

AD OGNI VINO IL SUO TAPPO…
Il tappo: fondamentale per damigiana e per bottiglia. Si consiglia l’uso di tappi in sughero acquistati nei centri enologici: qualità e durata sono migliori. Per rendere l’idea, per un buon tappo si parte dai 0,20 Euro.
Ma quale scegliere? Sconsigliamo il “tappo tutto truciolato” per la bassa qualità. Si può optare per il “tappo a pezzo unico” (Il più caro ma dalla grande tenuta), o per il tappo con trucioli all’interno, chiusi da due rondelle di sughero alle estremità.
Le bottiglie si devono stoccare in ambiente sano e asciutto, al riparo dalla luce e preferibilmente coricate, soprattutto se il tappo è di sughero.
La Cantina Franco Casetta produce i classici vini del Roero, tra i quali, come sappiamo, non mancano quelli bianchi leggermente frizzanti: ad esempio il Roero Arneis DOCG, proposto da Daniele e Walter anche nella versione spumante brut, prodotto di prestigio per l’azienda del Roero. Per conservare integro il profumo ed il sapore del vino sfuso con queste caratteristiche, a differenza dei rossi fermi, si usano “tappi a corona” o “a fungo” e bottiglie specifiche che il produttore consiglia al consumatore.
Ed i tappi in silicone? Per la loro minore ermeticità si possono usare per vini sfusi a pronta beva (entro un anno dall’imbottigliamento).

LEGGI IL PDF