Quando si parla di vino sfuso è importante, prima di tutto, chiarire un concetto: il vino sfuso non è sinonimo di bassa qualità o vino di ripiego. Tutt’altro. Quello che dal consumatore finale viene acquistato come vino sfuso, è un vino che è stato preparato con la stessa cura e la stessa passione di quello che viene consumato nelle classiche bottiglie da 75 cl. Infatti, le aziende vinicole di qualità producono il loro vino e solo successivamente decidono quale mettere in bottiglia e quale vendere come sfuso.

Chi beve vino sfuso vuole un vino buono e i produttori questo lo sanno. Come lo sanno bene i fratelli Casetta, Daniele e Walter, titolari dell’azienda vinicola Franco Casetta. Una realtà situata a Montà d’Alba, in Piemonte, nella splendida cornice delle colline del Roero, uno dei luoghi più affascinanti del mondo. Infatti, i paesaggi vitivinicoli die quest’area fanno parte del patrimonio dell’unesco. Il Roero è anche uno dei luoghi più conosciuti, a livello nazionale e internazionale, per la produzione di vino. È un DOCG la cui produzione è consentita in soli 19 comuni della provincia di Cuneo. I vini del Roero sono caratterizzati da un profumo delicato, fragrante e fruttato e hanno un sapore asciutto, vellutato, armonico e di buona persistenza.

Nomi decisamente pregiati quelli che contraddistinguono l’azienda Casetta: Nebbiolo, Barbera, Bonarda, Dolcetto, Arneis, Cortese e Rosè. Vini dal sapore unico e inconfondibile che possono essere assaporati anche come vino sfuso. Il quale, non è soltanto un’ottima alternativa a quello in bottiglia, ma è un prodotto da gustare fino in fondo per la sua bontà e per il suo fascino. Infatti, per chi ama il vino, una damigiana piena è una bellissima immagine, con quel profumo che emana, che racchiude gli odori delle uve e dei terreni da cui quel vino è nato.
La damigiana è senza dubbio uno dei migliori contenitori per il vino sfuso, ma la conservazione deve essere fatta seguendo regole ben precise.

Come spiegano Daniele e Walter Casetta, è di fondamentale importanza che la damigiana sia pulita e per questo è consigliabile lavarla più volte con acqua calda e farla poi asciugare all’ingiù per almeno un giorno. Inoltre, non bisogna mai cedere alla tentazione di seguire usanze del tutto sbagliate e dannose, come quella di “rivinare” la damigiana con acqua e aceto prima di mettere il vino al suo interno.
Per alcuni, oggi come accadeva di frequente un tempo, è ancora usuale acquistare vino sfuso in damigiana, dal produttore di fiducia, per poi procedere con l’imbottigliamento a casa. Anche il processo di imbottigliamento va svolto con cura e necessita dei giusti strumenti e di esperienza.

Un’ottima alternativa alla damigiana è senza dubbio la bag in box. Può contenere dai 3 fino a 20 litri di vino, che viene conservato in un sacco di materiale plastico costituito da poliestere metallizzato con alluminio e polietilene per prodotti alimentari. I materiali hanno la funzione di proteggere il vino da luce, aria e ogni tipo di gas o agente esterno che potrebbe contaminare il prodotto. Il sacco viene poi sistemato all’interno di una scatola, solitamente di cartone, dotata di valvola per lo svuotamento. Si può riempire una bottiglia, un bicchiere o una caraffa e il vino sarà sempre fresco. Come stappare ogni volta una nuova bottiglia.

Come sempre, però, l’importante non è tanto il contenitore, ma piuttosto il contenuto. Damigiana, bag in box, bottiglia o altro ancora, i vini del Roero sono senza dubbio fra i più pregiati al mondo. L’azienda Franco Casetta produce i suoi vini da decenni e con grande passione e amore per il territorio. Ingredienti che rendono i vini Roero ancora più speciali.